Ballo
Voleva uscire, nella pioggia.
Farsi lavare, gocciolare, sperare che quell'acqua potesse mondare le tristezze, il vuoto,
la pietra caduta, l'amore schiacciato, il bene spostato, l'anima persa.
Unico desiderio: rinascere.
Due passi, la porta, fuori.
Incontrare il cielo.
Riusciva, guardando verso l'alto, a cogliere l'origine di quelle gocce.
Ne seguiva la traiettoria e si
trovava dentro un cono rovesciato,
in fondo al quale poteva intravedere un punto bianco,
che oltrepassava la coltre del grigionero del cielo.
Era bellissima, i capelli lunghi aderivano al volto,
al collo, alle spalle. Gli abiti leggeri, uniti alla pelle, fasciavano le piccole rotondità.
Era bella, sì.
Ma anche di lei, come dei pesci nel mare, non si sapeva se stava piangendo.
A braccia alzate, occhi su, nere rondini, urlava lacrime,
girando in tondo, in quel punto senza contorno.
Le gocce continuavano a scivolarle addosso,
i capelli ormai un cappello di fili intrecciati finemente.
di Maria Luisa Lamanna
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